“Leucemia Linfoblastica Acuta con Cromosoma Philadelphia Positivo: Venticinque Anni di Progressi e Sfide Future” Pubblicato su The New England Journal of Medicine lo studio del Prof. Robin Foà

Negli ultimi venticinque anni si è assistito a una vera e propria rivoluzione nella gestione clinica,
nelle strategie terapeutiche e negli esiti di quella che un tempo rappresentava la forma più letale tra
le neoplasie ematologiche: la leucemia linfoblastica acuta con cromosoma Philadelphia positivo
(Ph-positiva ALL).
Il Professor Robin Foà, ematologo di fama internazionale, Professore Emerito di Ematologia e tra i
fondatori del Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione della Sapienza Università di
Roma, vanta una produzione scientifica di oltre 600 pubblicazioni su riviste internazionali.
Ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo delle terapie target e delle strategie di
medicina di precisione, diventando un riferimento imprescindibile per la comunità scientifica sia a
livello nazionale che internazionale.
Da sempre attento alla crescita professionale dei propri collaboratori — sia senior sia giovani
medici e ricercatori — il Prof. Foà ha promosso un modello di lavoro di squadra valorizzando con
passione l’entusiasmo e il talento delle nuove generazioni.
Sull’autorevole rivista The New England Journal of Medicine è stato recentemente pubblicato un
articolo di revisione a sua firma, dal titolo: “Ph-Positive Acute Lymphoblastic Leukemia — 25
Years of Progress.” (N Engl J Med. 2025 May 15; 392:1941-1952).
Lo studio ripercorre i principali traguardi raggiunti nella cura della leucemia linfoblastica acuta Ph-
positiva, sottolineando come la scoperta del gene di fusione BCR:ABL1 e l’introduzione degli
inibitori delle tirosin-chinasi (TKI) abbiano rappresentato un autentico cambio di paradigma
terapeutico. La review evidenzia altresì i progressi compiuti nella diagnostica molecolare, nella
valutazione della malattia minima residua (MRD) e nelle indicazioni al trapianto allogenico,
contribuendo significativamente al miglioramento della sopravvivenza dei pazienti.

«Oggi possiamo parlare di concrete prospettive di guarigione per molti pazienti affetti da Ph+ ALL,
grazie alla combinazione di terapie target, chemio-immunoterapia e monitoraggio molecolare
avanzato» — dichiara il Prof. Foà. «Tuttavia, la sfida resta aperta: è fondamentale investire nella
ricerca e nell’innovazione per garantire a tutti cure sempre più personalizzate ed efficaci.»
Il Direttore del Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione esprime profonda
gratitudine al Prof. Foà: «Siamo profondamente orgogliosi di annoverare nel nostro Dipartimento
una figura di così elevata autorevolezza scientifica e umana. La sua dedizione alla ricerca,
l’impegno per l’innovazione terapeutica e la costante attenzione alla formazione delle nuove
generazioni valorizzando con passione, all’interno dell’Istituto di Ematologia l’entusiasmo e il
talento delle nuove generazioni tra cui la Prof.ssa Sabina Chiaretti che ha contribuito allo sviluppo
di questo innovativo programma di terapia. Tale impegno rappresenta un esempio straordinario per
tutti noi. A nome di tutto il Dipartimento, desidero ringraziarlo per aver contribuito a proiettare la
Sapienza Università di Roma ai massimi vertici della ricerca ematologica internazionale.»

Data notizia

Allegati

NEJM-2022 (1.61 MB)
How i treat (763.47 KB)
Back to top